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La caduta

6 Ott

Fino a ieri la caduta plateale in discoteca me l’ero sempre risparmiata.

Un po’ perché non amo stare sotto i riflettori; un po’ perché, nei momenti di squilibrio, aggrappandomi a persone, muretti o altre cose improbabili, sono sempre riuscita a farla franca.

Fino a ieri.

Partiamo con ordine. Mo’ ieri sono ritornata in madrepatria, dopo la mia prima settimana di università. E vuoi non festeggiare il ritorno a casa?

Che poi quando sono a Trieste festeggio perché sono finalmente fuori casa, e vai di spritz, baretti, e locali.

Fatto sta che io qua o la festeggio sempre e comunque. Bo vabbè ma questo è un altro discorso.

Mi sono ricordata di una festa a tema che fanno a Mestre ogni tanto.

ANDIAMOCI.

Quindi vestita con pantaloni a pois di seta ( sembra proprio un pigiamino carino carino, erano pure comodissimo), più scarpa con gli spuncioni (borchie), partiamo per quel di Mestre.

Superata la selezione (sì perché qua a Mestre i xe cattivi, e se no te si vestio a tema te torna a casa). Balliamo, beviamo, parliamo, un pochino mi era mancato il clima particolare di queste feste a tema. (tema: texture)

Tutto procede. Finché un infido scalino di 2cm non rovina, ulteriormente, la mia già discutibile reputazione.

Io, sopra i trampoli da 20cm, scivolo con il piede destro, piego quello sinistro e infine mi accartoccio su me stessa come un sacco di patate mezzo vuoto.

Analizzando movimenti del corpo e espressioni del mio viso, possiamo suddividere la caduta in diverse fasi:

  1. Poco prima del fatto. Sono sicura di me cammino convinta. ( forse un po’ troppo a causa della vodka-redbull).
  2. Non vedo lo scalino, e scivolo con il piede destro. Espressione del volto smarrita. Non ho ancora realizzato che sta succedendo.
  3. Piego il piede sinistro. Posa innaturale del corpo. Espressione di dolore, mentre cado a terra con il culo, nel putridume del pavimento.
  4. Accartocciamento. Realizzo. Espressione mista tra imbarazzo, rabbia, e rincoglionimento ( per cause sia naturali, sia la forte musica e l’alcool.)

Tutte e 4 le fasi, durate in totale un secondo, sono state accompagnate da un urlo che solo Munch può capire di che parlo.

Dopo il fatto sono rimasta li a terra tra risatine e ragazze preoccupate per la mia incolumità.

Io e la mia goffaggine tentiamo di rialzarci, buttando a destra e a manca le braccia in aria, (stile neonato che vuole essere preso in braccio) in attesa che qualcuno mi raccogliesse.

Alla fine Mr C. mi ha raccattato dal pavimento.

Comunque non sono subito corsa a casa con la coda tra le gambe…… per decenza ho aspettato 20 minuti. Giusto per dare l’idea che era tutto apposto. ( ci sono ulteriori foto nel mio profilo facebook, ma non le raccomando)

Tanto c’è cade sempre qualcuno in discoteca. Se ne saranno già scordati….